Bali, un’isola che suscita i più svariati stati d’animo. I più grandi sogni dell’uomo, e i più terrificanti incubi, prendono forma ogni giorno nei rituali religiosi, nell’arte, nel teatro e nella musica che permeano ogni attimo della vita balinese. Gli aspetti culturali conferiscono una speciale atmosfera al paesaggio caratterizzato da splendide risaie terrazzate, imponenti montagne, cascate e spiagge infinite, sul cui fondo si stagliano le forme mistiche dei templi balinesi. L’isola di Bali, è conosciuta dagli stranieri come località turistica fin dai primi del 1900, conserva ancora intatta una forte cultura con cerimonie e riti induisti-animisti, presenti quotidianamente e di cui verrete fatti partecipi. Posizionata all' 8° dell’equatore l’isola è ricoperta da un’ esuberante flora e lussureggiante vegetazione, da terrazzamenti a riso che si estendono fino al mare.
E’ l'indaffarata capitale dell’isola. Un luogo ideale per compere, per mangiare e ripercorrere il passato storico di Bali.
Per decenni il villaggio di Ubud ha attratto celebrità e artisti da tutto il mondo, affascinati dall’atmosfera creativa di questa parte di Bali. Anche se ora la strada principale è costeggiata da negozi che vendono dipinti di tutti i tipi, sculture di legno, tessuti, chincaglierie e un’enorme quantità di piccoli oggetti, l’atmosfera del villaggio e della campagna circostante non è cambiata ed in ogni caso rimane un ottimo posto per fare acquisti.
Piccola e ridente cittadina a 1308 metri sul livello del mare posta sulle rive del lago Beratan. E’ un posto di villeggiatura per i locali. Nota per il mercato dei fiori di Candi Kuning ed i vicini giardini botanici. Bel tempio di Ulun Danu su un piccolo promontorio sul lago.
In alto, sui vulcanici pendii del Monte Gunung Agung, si eleva il tempio-madre di Bali, il Pura Besakih, le cui origini risalgono al X secolo. Oggi è un enorme complesso di più di 30 templi ed è lo scenario delle più fastose cerimonie celebrative.
Raggiungibile percorrendo una tortuosa strada da Bedugul. La fredda e scintillante bellezza del lago, con intorno colline ricoperte di pini, vi offre un panorama che forse non vi aspettereste di trovare in un’isola tropicale.
A Nord di Kintamani, su un’altura di metri 1.993, si trova il più alto tempio dell’isola. E qui, nuvole permettendo, la vista vi farà sentire uno degli dei.
E’ una riserva ricca di vegetazione, nel cui interno appare uno spettrale tempio. E’ abitato da simpatiche, ma dispettose scimmie che da tempo identificano nella presenza di turisti abbondanti elargizioni di noccioline.
La parola significa Caverna dei Pipistrelli e lo è nella realtà. Tale caverna è un enorme, sicuro e sacro rifugio per migliaia di svolazzanti pipistrelli che si aggrappano ad ogni centimetro di spazio delle pareti e della volta. Soltanto di notte escono in cerca di cibo.
Sulla costa occidentale, a poca distanza da Kediri, vi attende una delle più spettacolari vedute di Bali: il tempio di Tanah Lot, posto su una solitaria roccia poco distante dalla costa. Al tramonto questa veduta si trasforma in un dipinto cinese.
Un discorso approfondito è doveroso sull’argomento spiagge: le principali dell’isola sono Jimbaran, Kuta, Sanur e Nusa Dua, tutte e quattro con caratteristiche ben differenti. La più movimentata e vitale in assoluto è Kuta, bagnata dall’Oceano Indiano. E’ caotica, vivace, ma in definitiva molto divertente. Ciò che tempo fa portò i primi visitatori in questa zona erano la grande spiaggia e le onde: ancora oggi la costa è la più bella dell’isola, qui si trovano numerosi ristoranti, bar, hotels, pensioni, boutique, agenzie di viaggi, negozi d’arte, noleggi di auto e biciclette, banche e turisti sia stranieri che locali. E’ adatta a chi non si vuole annoiare mai. I villaggi di Legian e Seminyak, all’estremità nord della spiaggia di Kuta sono un pochino più tranquilli ed il luogo ideale per chi vuole il meglio dei due mondi. Seminyak, situata a 10 minuti dal centro di Kuta, è considerata una zona di tendenza grazie ai suoi moderni locali e negozi che uniscono il gusto europeo alla tradizione balinese, Legian è perfetta per vacanze prolungate. In queste tre spiaggie è possibile ammirare le evoluzioni di surfisti attirati dalle onde che caratterizzano questa costa. Jimbaran è la località che ancora conserva il fascino della vecchia Bali con il villaggio di pescatori, i ristorantini spartani che offrono un ottimo pesce e il tramonto che colora il mare di suggestive tinte. Come l’esordiente sulla scena, Nusa Dua è svantaggiata perché è abbastanza isolata dal resto dei Bali. D’altra parte, i nuovi hotel (tutti di lusso) sono stati costruiti per fornire un servizio totale. Alcuni ristoranti e negozi di souvenir sono nati ai margini di Nusa Dau, insieme alla galleria Nusa Dua un centro commerciale che ospita negozzi e boutique con le più prestigiose firme internazionali. In quest'area è molto forte il fenomeno delle maree e spesso il mare si ritira completamente. Sanur è un posto tranquillo e quieto, una volta in voga, ma oggi turisticamente tramontato, da quando il fenomeno delle alghe ha invaso le sue spiaggie.
Era un’isola nota anche come l’isola delle Tartarughe, ora scomparse. E’ stata unita alla terraferma da un ponte ed è importante perché ogni sei mesi diventa teatro di grandi cerimonie di ringraziamento alle quali partecipano decine di migliaia di persone.
L’isola sebbene separata da Bali da uno stretto di soli 35 km è sia geograficamente che culturalmente diversa da Bali. Lombok ovvero peperoncino in sasak (dialetto locale) è più secca anche grazie all’imponente vulcano Rinjiani (ancora attivo 3.726 m.), la flora e la fauna si avvicinano alla varietà australe. Da qui infatti lo studio del naturalista A.R. Wallace che nel 19 secolo ipotizzò una linea immaginaria che divideva il continente asiatico da quello australe la linea Wallace che cade tra l’isola di Lombok e quella di Bali. La popolazione di Lombok in prevalenza mussulmana vive perlopiù di pesca, agricoltura e artigianato. La parte centrale dell’isola conserva ancora intatta la cultura e le tradizioni semplici sasak, rinomate in tutta l’Indonesia per l’artigianato locale. Vi sono delle stupende spiagge, alcune dalla sabbia bianca nelle isolette di Gili, altre, come quelle delle vicinanze di Ampenan, dalla sabbia nera ed altre ancora come la bella Senggigi di sabbia bruna.
Sengiggi ad Ovest dell'isola, è diventata la zona turistica più famosa di Lombok ed è situata lungo una serie di ampie baie, da cui è possibile vedere il tramonto sullo stretto tra la stessa isola di Lombok e Bali.
Le altre spiagge sono conosciute e rinomate soprattutto per il colore bianco iridescente della sabbia e per la bella barriera corallina. Sono spiagge ubicate a sud dell’isola e si trovano accanto alla spiaggia piu' famosa per fare surf: KUTA LOMBOK BEACH. Se si è sportivi o interessati alla natura, é molto interessante fare trekking per raggiungere il vulcano Rinjiani e godere di paesaggi lussureggianti ed incontaminati in un'escursione di una giornata. E se si è amanti del mare e degli sport acquatici, non si puo' non prendere una tavola da Surf a noleggio e provare la forte emozione di cavalcare le onde dell'Indonesia, e soprattutto le onde di Lombok, che sono tra le piu' famose al mondo.
Al largo della costa nord – occidentale di Lombok facilmente raggiungibili, con le barche tradizionali, si trovano tre piccole isole orlate da barrire coralline:
Ogni isola possiede bellissime spiagge di sabbia bianca, acque cristalline, barriere coralline e pesci dai colori brillanti,ed offre le migliori occasioni per lo snorkeling e le immersioni. Sulle Isole Gili, soprattutto su Gili Trawangan che è l'isola maggiore per dimensione e popolazione, sono numerosi i centri PADI che organizzano immersioni e dispongono di ottima attrezzatura per i sub. In queste isole non sono ammesse le automobili e ci si può spostare tranquillamente a piedi oppure utilizzando il Becak o il Cidomo, i tipici carretti trainati da cavalli. Presso il resort Vila Ombak a Gili Trawangan, e’ ubicato un presidio medico, dove si puo' ricevere assistenza e primo soccorso. Sulle Isole Gili, non sono disponibili sportelli ATM per il prelievo di denaro ed i tassi di cambio sono piu’ bassi che a Lombok
Gli imperi indo-buddhisti che raggiunsero a Java l'apice del loro splendore ci hanno lasciato meraviglie architettoniche quali Borobudur e Prambanan. Quasi delle stesse dimensioni dell’Inghilterra, Java oggi ospita 100 milioni di abitanti, con una densità doppia rispetto a qualsiasi altra regione di uguale grandezza. Al di là delle cifre, i Giavanesi posseggono una storia molto ricca ed un retaggio culturale davvero unico. Le danze di Giava e le sue tradizioni teatrali, le marionette Wayang, la musica gamelan e i tessuti batik sono ormai famosi in tutto il mondo, così come i suoi templi antichi e gli eleganti palazzi. Ma forse non è altrettanto nota la bellezza della sua natura. Dalle foreste tropicali di Ujung Kulon, ai pascoli alpini del monte Gede Pangrango e alle dune di sabbia scura di Parangritis, fino agli indimenticabili paesaggi lunari del monte Bromo, Giava ha qualcosa da offrire a tutti.
L'ultimo paradiso perduto è qui, nell'arcipelago di Karimunjava, 45 miglia al largo di Jepara, Giava Centrale. L'arcipelago conta 27 isole (la metà disabitate) per una superficie totale di 1117 chilometri quadrati ed è protetto all'interno della riserva marina omonima istituita nel 1986 ed elevata al rango di parco nazionale nel 1999. La temperatura si aggira tutto l'anno fra i 26 e i 30 gradi. La popolazione totale non raggiunge i 10.000 abitanti, per lo più raggruppati nelle isole maggiori: Karimunjawa, Kemujan, Parang e Genting. Perla del gruppo è l'isola di Menyawakan, disabitata, di 19 ettari, dalle spiagge di candida sabbia e verdeggiante di palme da cocco, circondata da una spettacolare barriera corallina con 35 tipi di coralli, spugne, gorgogne, e popolata da una sorprendente varietà di pesci. Si contano almeno 12 punti di immersioni, tutti a ovest dell'isola principale, a profondità che variano dai 15 ai 40 metri, e si possono anche esplorare relitti. Sull'isola di Menyawakan, che è raggiungibile in circa due ore di barca da Jepara, e in tre da Semarang, Giava Centrale, nel 2008 è stato inaugurato il Kura Kura resort, l'unico resort dell'arcipelago, lussuoso, con cottages situati a pochi passi dalla spiaggia e ampie ville con giardino e piscina privata direttamente sul mare, elegantemente arredate, con aria condizionata, asciugacapelli, stereo, minibar. Inoltre il Kura Kura resort organizza trasferimenti con il cesna da e per Giava della durata di 40 minuti. Il resort, gestito da un italiano ha un buon servizio di ristorazione, un diving center con dive master italiano, e organizza escursioni a carattere balneare essendo dotato di una buona marina.
La capitale della Repubblica, Jakarta, è situata sulla costa settentrionale di Giava occidentale. E’ stata il punto focale di moltissimi cambiamenti che l’hanno accompagnata dal suo sviluppo come centro commerciale nel XV secolo, fino alla trasformazione in moderna e affascinante metropoli con oltre 5 milioni di abitanti. Possiamo quindi dividere la città di Jakarta in due: la prima zona ha come sfondo enormi grattaceli , maestosi alberghi, autostrade a sei corsie e infiniti parchi panoramici, mentre i pittoreschi edifici del XVI secolo, le piazze con pavimenti di ciottoli e i lindi bungalows di periferia ricoperti di bouganville, richiamano il suo antico passato. Innumerevoli sono i luoghi di particolare interesse tra cui la nuova Moschea Istiqlal, una delle più grandi al mondo, e il Monumento Nazionale sovrastato da una Fiamma laminata in oro puro, la Porta Amsterdam, il Forte del XVII secolo, il Tempio di Dharma Jaya del 1650, l’Orto Botanico del 1830 ed infine la Chiesa Gerja Sion, la più vecchia chiesa di Jakarta che risale al 1695.
Questi stupendi giardini, progettati nel 1827, coprono un’area di 250 ettari. Vi si trovano oltre 10.000 specie di alberi, 3.000 tipi di orchidee (una delle più vaste collezioni del mondo), un erbario, un museo e un’ottima biblioteca. I giardini si possono raggiungere in un’ora di auto da Jakarta.
Più familiarmente nota come Yogya, questa città senz’altro riconosciuta la culla della cultura giavanese; fu capitale dell’Indonesia durante gli sconvolgimenti per l’indipendenza negli anni 1946-49. E’ situata nella regione di Giava centrale e gode il riconoscimento di territorio speciale. Uno dei suoi monumenti più famosi è il Kraton, il Palazzo del Sultano, costruito nel 1757, che si può definire una vera raccolta di tesori in ogni senso. A due passi dalla Città si trovano i templi di Borobudur e di Prambanan, il Tamna Sari (il castello d’acqua), le tempbe Imogiri cui si accede scalando 345 gradini, e i giardini botanici di Gembria. Il Borobudur risale all’VIII secolo ed è considerato il più grande santuario buddista del mondo; si eleva per 42 metri sopra un colle ad ovest di Yogyakarta. E’ composto da otto terrazze sovrapposte, le prime cinque di forma quadrata, le altre tre di forma circolare, e da una cupola centrale contenente una statua incompleta di Budda. E’ ornato da oltre 5 chilometri di alto e basso rilievi scolpiti su 1212 pannelli. A quindici chilometri da Yogyakarta si possono ammirare i Templi di Prambanan che sono i più alti templi indù dell’Indonesia (il più alto misura 52 metri). Sono costruzioni del X secolo dalle proporzioni perfette ed eretti in onore degli Dei Indù Shiva, Brahma e Vishnu.
A quattro ore circa di auto da Yogyakarta. Dieng Plateu è un altopiano (2.130 metri) caratterizzato da fenomeni geotermici che fanno notare la genesi vulcanica dell’arcipelago indonesiano. Coni vulcanici, sorgenti sulfuree, geysers, laghi variopinti, fertili campi ben coltivati ad ortaggi, ma anche resti di templi indù e buddisti del IX secolo incastonati in un ambiente del tutto particolare.
Semarang è stato un importante ed attivissimo porto commerciale per gli olandesi durante il loro periodo di occupazione dell’Indonesia, di conseguenza rimangono diverse testimonianze di architettura coloniale olandese. La città è anche famosa per i suoi templi di influenza cinese.
E’ la seconda grande città e porto dell’Indonesia nonché la capitale della provincia di Giava orientale. Surabaya è anche denominata la città degli eroi in quanto fu qui che il 10 novembre 1945 ebbe inizio la prima grande impresa nella lotta per l’indipendenza. Ma sin dal XVI secolo, quando si imponevano mutamenti indispensabili, Surabaya fu sempre pronta ad agire. In tempi recenti la città è divenuta un importante centro industriale e commerciale con una popolazione di 3 milioni di abitanti di cui la maggior parte mussulmani. Tuttavia nelle sue viuzze periferiche potrete trovare o una chiesa cattolica, o un collegio per sarti: la natura del suo passato internazionale vi apparirà quindi evidente. La città è anche l’ideale punto di partenza per l’esplorazione dell’isoal di Madurai o per la gita notturna sulle vette del Monte Bromo.
Una delle esperienze più emozionanti è quella di trovarsi sull’orlo di un sulfureo e fumante vulcano e pensare alle immense forze in esso racchiuse. A Giava si può vivere questa esperienza sebbene solo pochi dei suoi 15 vulcani attivi siano accessibili. Tra questi vi sono il famoso Tangkuban Prahu a Bandang (facilmente raggiungibile in auto) ed il Monte Bromo. Da non dimenticare è ancora il Merapi nei pressi di Yogyakarta. Inoltre sono da citare molte altre regioni vulcaniche dove si possono osservare geysers di vapore erompere dal suolo e raggiungere un’altezza di 35 metri; l’acqua dei fiumi vicini è così calda da potervi cuocere un uovo!
La grande Sumatra, la terza isola indonesiana in ordine di estensione e la quinta del mondo con 1.750 chilometri di lunghezza e 400 di larghezza è in assoluto la più importante dell’arcipelago, e sia strategicamente che economicamente rappresenta una specie di “spina dorsale” del paese. Seconda tra le isole maggiori per numero di abitanti, ma prima per quanto riguarda le esportazioni, si trova in un'importante crocevia del continente asiatico, erede naturale di un antico ed illustre passato ma anche patria di popolazioni dinamiche ed indipendenti.
A due ore d’auto da Padang lungo un percorso che attraversa uno dei paesaggi più spettacolari della provincia, il cui apice è rappresentato dal Grande Ngarai Canyon. Questo è il paese dei Manangkabau, singolare e industrioso popolo; ovunque si possono ammirare le caratteristiche abitazioni dai tetti a forma di corna. Attualmente la città è un incantevole punto di partenza per l’esplorazione della regione, così ricca di bellezze naturali come il grande lago vulcanico Maninjau, il Lago Singkarak e Batusangkar, culla della civiltà dei Minangkabau.
Medan, la capitale di Sumatra del Nord, è uno dei punti internazionali d’ingresso in Indonesia; è una piacevole città alberata, cuore di una delle regioni commercialmente più impegnate dell’isola. La principale strada per gli acquisti è la Jl. Jenderal Achmad Yani. Da visitare c’è la Grande Moschea e il Castello Maimun, del Sultano di Deli, costruito nel 1888.
Oltre ad essere la capitale, Padang è anche il principale porto di Sumatra Occidentale dall’inizio del XVIII secolo, tempo in cui prosperava un fiorente commercio di oro e pepe. Non è, per la verità, traboccante di attrattive turistiche; quanto c’è da vedere è limitato al giro turistico della città. Tra le cose più interessanti, possiamo citare il pittoresco villaggio di pescatori sul fiume Muaro, il brulicante mercato Kampung Jawa, il piccolo museo, e la ex fortezza giapponese, da cui si gode il bellissimo panorama del porto Teluk Bayr, della Bali di Bungus e della zona balneare di Nirwana Beach.
Il Lago Toba, situato a circa 175 km a sud di Medan, è uno dei più grandi e più alti laghi del mondo. Il suo bacino, che si trova a 1.044 metri sopra il livello del mare, fu un tempo un cratere vulcanico di grande estensione. Ciò è deducibile dalle sue misure: 90 km di lunghezza ed una larghezza massima di 20 km. Nel centro del Lago emerge una grande isola, Samosir, che accoglie un villaggio di antiche abitazioni batacche e tombe di capi tribù.
Inizialmente nota come patria di due pittoreschi gruppi etnici: i Toraja, che abitano essenzialmente sulle montagne, e i Bugi, che occupano le zone lungo i fiumi e sulla costa, Sulawesi ospita una grande varietà di popolazioni esotiche e offre panorami e meraviglie naturali in quantità. Secondo i racconti tradizionali, i Toraja, gli arrivarono a Sulawesi 25 generazioni fa a bordo di agili canoe e risalito il fiume Sa’Dan si insediarono sulle sue rive, iniziando a coltivare riso e vegetali. Queste popolazioni sono note soprattutto per le tradizionali feste che servono ad assicurare l’ascesa delle anime dei defunti. Queste feste richiedono grandi preparativi ed ingenti spese, tanto che i parenti devono spesso risparmiare e lavorare vari anni prima di poter preparare un funerale per il loro defunto. Con un po’ di fortuna, fra agosto ed ottobre dopo il periodo dei raccolti, si potrà assistere a una di queste cerimonie e trovarsi partecipi e graditi ospiti di questi affascinanti riti ancestrali.
L’isola conta numerose piacevoli località balneari, anche se meno estese e sviluppate di quelle di Bali. Nelle vicinanze di Ujung Pandang (Sulawesi meridionale) si trova Losari, un autentico porto da isola dei mari del sud, ombreggiata da palme ondeggianti. Al largo, nella baia, si trovano le isole Kayangan, a 15 minuti di battello e, ancora più oltre, le isole Samalona, un paradiso per il nuoto e le immersioni subacquee. Nella provincia di Sulawesi Centrale si trova l’estesa regione della Baia di Palu e, nel nord, in particolare nei pressi dei Porti di Bitung e Gorontolo, si trovano innumerevoli piccole spiagge dalla bianca sabbia e fresche caverne. Kawarukan, poco distante dalle rovine di antiche fortezze portoghesi, olandesi e giapponesi, è particolarmente incantevole.