DALLO SHINKANSEN AL MARE: UN VIAGGIO TRA MODERNITÀ E TRADIZIONE
Dopo una buona colazione, ho raggiunto la stazione di Kyoto per prendere lo Shinkansen delle 9:46. In meno di 30 minuti ero già a Shin-Kobe, dove ho fatto un rapido cambio per prendere un altro treno proiettile diretto a Hiroshima.
Nonostante la pioggia battente, ho deciso di proseguire senza esitazione: ho preso un treno locale che mi ha portato a Miyajimaguchi in circa mezz’ora. Da lì, ho preso il traghetto e dopo soli 10 minuti di navigazione, ecco apparire davanti a me Miyajima, con il suo celebre Torii rosso che sembra fluttuare sull’acqua.
MIHAJIMA: UN’ICONA SOTTO LA PIOGGIA
Appena sbarcato, la pioggia e la fame si sono fatti sentire. Cercando un posto per ripararmi, mi sono imbattuto in un piccolo ristorante tradizionale con tavoli bassi, frequentato da gente del posto. Una scelta che si è rivelata perfetta! Ho provato le ostriche alla griglia, freschissime e dal sapore intenso, e l’anguilla, cucinata alla perfezione.
Dopo il pranzo, sono andato a visitare la principale attrazione dell’isola: il Santuario di Itsukushima e il suo celebre Ootorii rosso, che emerge dalle acque creando uno spettacolo unico. Verso il tardo pomeriggio, sono tornato al molo per prendere il traghetto di rientro e raggiungere nuovamente Hiroshima.
HIROSHIMA: TRA MEMORIA E MODERNITA’
Dopo essere uscito dalla stazione, ho preso un tram che mi ha portato vicino al mio hotel. Dopo il check-in, sono uscito subito a esplorare la città e con grande sorpresa l’ho trovata molto più vivace di quanto mi aspettassi.
Il mio primo giro è stato nel quartiere Nagarekawa, il cuore della vita notturna, pieno di ristoranti, izakaya e locali. Poi ho raggiunto la Hondori Street, una lunga galleria commerciale coperta, affollata e piena di negozi di ogni genere.
Dopo aver passeggiato un po’, ho chiesto consiglio per un buon sushi e mi hanno indirizzato a un piccolo ristorante dove ho mangiato un sushi spettacolare, freschissimo e accompagnato da un ottimo sakè freddo.
Ma la serata mi ha riservato una sorpresa ancora più grande. Mentre tornavo verso l’hotel, ho sentito musica uscire da un edificio storico. Incuriosito, mi sono infilato dentro e ho scoperto uno spettacolo di Shinto Kagura, un’antica danza sacra giapponese accompagnata da musica tradizionale. Un’esperienza ipnotica e affascinante!
Hiroshima mi ha colpito molto più di quanto pensassi. Se da un lato è impossibile ignorare la sua storia tragica, dall’altro è una città pulsante e sorprendente. Per chi decide di soggiornare qui, consiglio un hotel nei pressi del Parco della Pace, in modo da avere tutto a portata di mano, compreso il vivace quartiere Nagarekawa.
HIROSHIMA: LA MEMORIA CHE NON SI SPEGNE
La giornata è iniziata con una colazione al 22esimo piano, con una vista mozzafiato su Hiroshima. Il cielo terso lasciava intravedere i contorni della città, segnata da una storia che il tempo non potrà mai cancellare.
Passeggiando verso il Parco della Pace, l’atmosfera si è fatta più silenziosa, quasi sospesa. Ho visitato il Museo della Pace, un luogo che non è solo un’esposizione, ma una testimonianza viva. Poi la Cupola della bomba atomica, un monito contro gli orrori della guerra. Qui, il destino ha voluto che incontrassi una persona che aveva vissuto quel tragico giorno del 6 agosto 1945. Le sue parole, il suo sguardo velato di ricordi, hanno dato un volto a una tragedia che spesso si riduce a numeri e immagini nei libri di storia.
Dopo questa immersione nella memoria, ho cercato un po’ di leggerezza e mi sono diretto al Castello di Hiroshima, un’elegante ricostruzione che racconta il passato feudale della città. Poi, con il cuore ancora colmo di emozioni, ho preso lo Shinkansen diretto a Himeji ma , prima di proseguire il mio viaggio verso Himeji e Osaka, ho deciso di fare una breve deviazione per Kurashiki, una città poco conosciuta dai turisti occidentali, ma un autentico gioiello nascosto.
KURASHIKI: UN SALTO NEL TEMPO TRA CANALI E CASE TRADIZIONALI
Il giorno successivo mi sono dedicato alla scoperta di Kurashiki famosa per il suo Bikan Historical Quarter, un quartiere storico rimasto quasi intatto nel tempo. Case in legno in stile Edo, stradine acciottolate, lanterne tradizionali e, soprattutto, un canale con barche a remi che scivolano lente sull’acqua. Sembrava di essere entrato in un’altra epoca!
Passeggiando lungo il canale, ho scoperto tantissime botteghe artigianali, gallerie d’arte e piccoli caffè. Ho visitato il Museo Ohara, che ospita una collezione sorprendente di arte occidentale, con opere di Monet, Renoir e Matisse—un contrasto incredibile in un contesto così tradizionale.
Per pranzo, mi sono fermato in un antico ristorante di udon, dove ho provato un piatto tipico della zona: Kamaage Udon, serviti in un brodo caldo e leggermente denso, perfetti per ricaricarmi prima di riprendere il viaggio.
Kurashiki è una tappa perfetta per chi cerca un Giappone più autentico e meno turistico. È ideale per chi ama l’arte, l’architettura tradizionale e le atmosfere da cartolina. Anche se una mezza giornata è sufficiente per vedere il meglio della città, consiglio di inserirla nel proprio itinerario per spezzare il viaggio tra Hiroshima e Osaka con un tocco di fascino antico.
Dopo un’ultima passeggiata tra i vicoli della città vecchia, sono tornato alla stazione per proseguire il mio viaggio verso Himeji e Osaka.
HIMEJI: IL CASTELLO TRA I CILIEGI E I NINJA
Himeji mi ha accolto con il profumo invitante della cucina locale. Prima di visitare il suo celebre castello, mi sono concesso un piatto di Kamaage Udon, una specialità della zona: semplici, ma incredibilmente difficili da mangiare con eleganza!
Seguendo la folla, sono arrivato al Castello di Himeji, il più bello del Giappone, un capolavoro di architettura difensiva e bellezza senza tempo. Le sue mura bianche brillavano sotto il sole, contrastando con il cielo limpido. Fuori dalle mura, l’atmosfera era vivace: spettacoli folcloristici, tra cui una performance di ninja, rendevano il luogo ancora più suggestivo.
Dopo la visita, un altro Shinkansen mi ha portato a Osaka, dove il mio viaggio ha preso una svolta più moderna e vibrante.
OSAKA: TRA GRATTACIELI, NEON E STREET FOOD
L’arrivo in hotel è stato una piccola delusione. Nonostante il nome prestigioso, l’unica cosa degna del brand Sheraton era la lobby. Ma la stanchezza ha preso il sopravvento e l’unico pensiero era la cena. Dopo un po’ di fatica a trovare un ristorante nelle vicinanze, mi sono imbattuto in un piccolo locale che serviva kushiage, spiedini fritti di verdure e pesce. Croccanti, gustosi e perfetti per concludere la giornata.
Il giorno successivo ho esplorato la città con Kyoko, la mia guida, che mi ha accompagnato in un viaggio tra il passato e il futuro di Osaka. Abbiamo iniziato con il Castello di Osaka, poi siamo saliti sull’Umeda Sky Building, dove il panorama dalla terrazza era semplicemente mozzafiato.
Per pranzo, Kyoko mi ha portato in un locale che, a prima vista, non avrei mai scelto. Eppure, è stata una delle esperienze gastronomiche più autentiche: abbiamo ordinato Yakitori Soba e Okonomiyaki, cucinati direttamente su una piastra al centro del tavolo.
Dopo pranzo, ci siamo immersi nel caos colorato di Dotonbori, tra insegne giganti e profumi di street food. Ci siamo poi addentrati in una viuzza nascosta per scoprire il tempio Hozen-ji, dove i fedeli lanciano acqua sulla statua principale, ormai ricoperta di muschio.
Il pomeriggio è proseguito a Shinsekai, un quartiere che un tempo era malfamato ma oggi è un mix affascinante di tradizione e modernità. Infine, il tempio Shitenno-ji, il più antico di Osaka, ha chiuso la giornata con un tocco di spiritualità.
Con l’ultimo giorno a disposizione, ho deciso di prendermela con calma. La mattinata è iniziata al mercato di Kuromon, un paradiso per gli amanti del cibo, dove la gente fa colazione con granchi giganti e ricci di mare freschissimi.
Osaka è stata una sorpresa. Meno raffinata di Tokyo, più caotica e meno rigida nelle regole, ma con un’energia travolgente e un’anima genuina, con il suo carattere vibrante e il suo cibo irresistibile.
Con un’ultima occhiata alla città dal finestrino dell’Airport Limousine Bus, ho lasciato il Giappone con il cuore pieno di ricordi e la certezza che ci sarei tornato. Perché un viaggio in Giappone non finisce mai davvero: resta dentro, pronto a farti sognare ancora.