Il Vietnam mi ha accolto come un antico custode di storie e leggende, sussurrandomi parole di vento tra le risaie, melodie d’acqua tra le rocce di Halong Bay e ricordi scolpiti nella pietra delle tombe imperiali. Sono partito da solo, ma ogni passo, ogni incontro, ogni sapore ha reso questo viaggio una danza tra passato e presente, tra sogno e realtà.
HANOI: L’ANIMA DEL VIETNAM
Atterrare ad Hanoi è stato come varcare la soglia di un’altra dimensione. Il profumo speziato dello street food si mescolava con il suono incessante dei clacson e il vociare della gente. L’aria umida portava con sé il respiro di una città che non dorme mai.
Mi sono lasciato trascinare dal flusso della vita nel Quartiere Vecchio, dove le strade sono fiumi di motorini e biciclette, le case sembrano abbracciarsi l’una con l’altra e i negozi vendono di tutto: dalle lanterne di seta agli infusi di erbe medicinali.
Al calar del sole, ho assistito allo spettacolo delle marionette sull’acqua. Le figure di legno danzavano e narravano storie antiche, riflesse nello specchio del lago Hoan Kiem. Poi, seduto su un minuscolo sgabello di plastica, ho gustato un Pho fumante, il brodo profumato di zenzero e cannella che raccontava in un solo sorso l’essenza di questa terra.
NINH BINH: NAVIGANDO NEI SOGNI
Ho lasciato Hanoi alle prime luci dell’alba, quando le strade si svegliavano lentamente sotto il tocco gentile del sole. A Ninh Binh, la cosiddetta “Halong terrestre”, il tempo sembrava essersi fermato.
Una donna dai tratti gentili mi ha fatto cenno di salire sulla sua barchetta di legno. Remava con i piedi, in una danza ipnotica che accompagnava il silenzio della natura. Attraverso grotte segrete e corsi d’acqua nascosti, mi sono lasciato cullare dal respiro lento della terra.
Pedalando tra le risaie di Tam Coc, ho incrociato lo sguardo di un contadino curvo sul raccolto. Mi ha sorriso, con quella semplicità che non ha bisogno di parole.
In quel momento, ho capito che il Vietnam non si osserva, si sente.
HALONG BAY: L’INCANTO SULL’ACQUA
Quando la mia barca ha lasciato il porto di Halong, ho sentito il battito del cuore accelerare. Davanti a me, una distesa d’acqua smeraldo e migliaia di isole calcaree che si ergevano come giganti addormentati.
A bordo della crociera, ho dormito sotto un cielo trapuntato di stelle e all’alba ho praticato Tai Chi sul ponte. Il mondo intero sembrava sospeso tra il mare e il cielo, in un equilibrio perfetto.
Sull’isola di Cat Ba, ho camminato nella foresta fino a raggiungere la grotta di Trung Trang. Nel silenzio umido della caverna, le stalattiti sembravano respiri pietrificati del tempo.
HUE: IL RESPIRO DELLA STORIA
A Hue, la città imperiale, ho camminato lungo le mura antiche della Cittadella, sentendo l’eco di dinastie scomparse. Ho percorso i corridoi delle tombe dei re Nguyen, dove la pietra racconta storie di potere e solitudine.
Sul Fiume dei Profumi, ho viaggiato a bordo di una barca a forma di drago. L’acqua scorreva lenta, portando con sé i riflessi dorati del sole al tramonto. Alla Pagoda Thien Mu, il suono di un gong mi ha attraversato l’anima.
HOI AN: LA MAGIA DELLE LANTERNE
A Hoi An ho trovato una città che sembrava uscita da una fiaba. Le case gialle, le lanterne colorate che ondeggiavano nel vento, il profumo di incenso che si mescolava a quello delle spezie.
Ho passeggiato tra le botteghe di sartoria, lasciandomi tentare da tessuti di seta e abiti cuciti su misura. In un piccolo ristorante a lume di candela, ho imparato a cucinare i Banh Xeo, croccanti crespelle di riso ripiene di gamberi e germogli di soia.
La sera, con una lanterna di carta tra le mani, ho affidato un desiderio alla corrente del fiume. Il mio piccolo lume si è unito a centinaia di altri, danzando sulla superficie dell’acqua come stelle cadenti.
HO CHI MINH CITY E IL DELTA DEL MEKONG
Ho lasciato la quiete di Hoi An per la frenesia di Ho Chi Minh City, una metropoli di luci al neon e grattacieli che si riflettono nel fiume Saigon.
Nel Museo dei Resti di Guerra, ho sentito il peso di una storia dolorosa che ancora lascia cicatrici. Poi, nel cuore del Delta del Mekong, ho scoperto un altro Vietnam: quello delle palafitte, dei mercati galleggianti, della vita scandita dal ritmo dell’acqua.
A bordo di una piccola barca, ho attraversato canali stretti circondati da palme che sembravano voler custodire i segreti di questo luogo.
Un’anziana donna mi ha offerto un bicchiere di latte di cocco e mi ha sorriso. Ancora una volta, ho sentito che non servivano parole.
CU CHI: NEI TUNNEL DELLA MEMORIA
Il mio viaggio si è concluso tra le viscere della storia, nei tunnel di Cu Chi. Camminando in quei cunicoli scavati con le mani, ho provato un senso di claustrofobia e rispetto. Qui, uomini e donne hanno vissuto, lottato, resistito.
Uscito all’aria aperta, ho respirato a fondo. E mentre il sole calava dietro le palme, ho sorseggiato il mio ultimo caffè all’uovo, un piccolo rituale per imprimere ogni istante di questo viaggio nel cuore.
Sono salito sull’aereo con la consapevolezza di non essere più lo stesso di quando ero arrivato.
Il Vietnam mi ha attraversato come il vento tra le risaie, lasciando tracce invisibili, ma indelebili.
Porterò con me il suono delle onde di Halong Bay, il sorriso gentile di una donna che rema con i piedi, il profumo di incenso nelle pagode e il bagliore di mille lanterne sul fiume.
Il Vietnam non è solo un luogo. È un’emozione che resta dentro, un viaggio che continua anche dopo il ritorno.